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ESPAÑA |
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E S P A Ñ A F O L K
La historia de España y de las culturas con las que ha convivido ha dejado muchos restos en la cultura y el folclore del país. Así, la cultura española tiene influencias íberas, celtas, romanas, católicas y musulmanas. El papel de su situación geográfica y las tensiones históricas entre Castilla y las regiones periféricas también han contribuido a definir la cultura y las tradiciones de España.
FOLCLORES de ESPAÑA
FOLCLORE ANDALUZ
Folclore Andaluz ::
Andalucía posee un folclore que hunde sus raíces en la historia, destacando entre las diversas manifestaciones
el cante y el baile flamenco, que tienen su origen en el triángulo Lucena-Sevilla-Cádiz. Existen cuatro
grandes grupos de cante flamenco: la siguiriya, la soleá, la toná y el tango. De estos sones se deriva una rica
variedad de cantes emparentados entre sí.
FLAMENCO
F L A M E N C O
El Arte Flamenco es un arte andaluz, nacido al Sur de España. Este arte se manifiesta en tres formas, en el
Cante, en el Baile y en la Guitarra.
Su procedencia es bastante incierta, pues al poseer raíces muy antiguas y ser a su vez una manifestación
popular, no se poseen documentos que nos aclaren muchas dudas. Se cree encontrar sus orígenes en los cantos
y danzas populares que existieron en Andalucía hace muchos siglos, ya que estilos propios del flamenco se
basan en aires tradicionales de épocas muy remotas. Sin embargo el paso de diversas civilizaciones, razas y
culturas por Andalucía, ha aportado tal variedad de influencias, y algunas de ellas tan importantes, que han
decidido sustancialmente la evolución de sus ritmos y armonías.
La primera noticia escrita sobre el flamenco se encuentra en una de las "Cartas Marruecas " de Cadalso,
(1774). En ellas el escritor atribuye su origen a los gitanos, o al menos especifica que es junto a ellos donde se
encuentran sus manifestaciones. Si bien ello es una realidad parcial, no es menos cierta, pues los ritmos no
europeos que el flamenco contiene son curiosamente muy cercanos a los complejos ritmos asiáticos que
proceden de la India, y no es ninguna coincidencia que los gitanos proceden originariamente de la India.
Adicionalmente el pueblo gitano ha sido el primero que ha mantenido el flamenco vivo y lo ha representado
con dedicación.
Otra influencia muy fuerte del flamenco es la árabe que se puede apreciar claramente en sus armonías, el
cante flamenco guarda un gran paralelismo con otras manifestaciones musicales del norte de Africa, como la
música marroquí. La guitarra recuerda no pocas veces a manifestaciones musicales no sólo norte-africanas,
sino incluso de la Africa negra. Y el baile femenino, sobre todo en el movimiento de caderas y manos se
asemeja a algunos bailes norteafricanos. Todas estas influencias que, por evidentes no podemos negar, no
sorprenden cuando se sabe que Andalucía estuvo tantos siglos influida por esta cultura norteafricana.
Adicionalmente en estas tierras convivieron diversas razas, por lo que otras influencias más remotas se
pudieran aventurar en los alegres ritmos folclorísticos judíos, o sus antiguas músicas litúrgicas, si bien en ello
no se sabe si es coincidencia o realidad.
En cualquier caso tan puro como se considera al arte flamenco, tan mestizo es al mismo tiempo. Contiene
elementos sui generis que no comparte con ningún otro folclore, al mismo tiempo que se disfrutan claramente
gran cantidad de influencias que otros pueblos fueron aportando para enriquecerlo aún más.
Haciendo un recorrido somero en lo que fuera la evolución del flamenco tal como
Toque La chitarra deriva dal liuto. Si pensa infatti che le prime chitarre siano apparse in spagna nel XV secolo. La chitarra tradizionale flamenca è simile a quella classica, ma utilzza il legno di cipresso per le fasce ed il fondo ed è leggermente più sottile, oltre che più leggera e con un'incatenatura interna differente. Inoltre presenta una piastra trasparente detta "golpeador" che serve per preservarla quando il chitarrista batte con le dita sulla cassa armonica per ottenere un effetto percussivo. La tecnica della chitarra flamenca è tipica di questo genere con sue tecniche tra cui spicca il cosiddetto "rasgueo", il rapido movimento delle dita sulle corde che conferisce al flamenco una particolare dinamica, o l'alzapua. La mano sinistra invece è identica alla chitarra classica, anche se abbondano i legati. Cante Le "letras" sono spesso molto poetiche e sono state nel corso dei secoli imitate e salvaguardate da numerosi poeti come Federico Garcia Lorca. Negli anni Venti, insieme con il compositore Manuel de Falla ed altri intellettuali si batté per far riconoscere il flamenco come arte e per preservarne la purezza. Baile Il "baile" flamenco è l'espressione più conosciuta di quest'arte, sopratutto dai turisti che tendono ad identificare, a torto, il flamenco con il ballo. Nei contesti casalinghi e di tablao è quasi sempre una danza solistica, caratterizzata da una buona dose di improvvisazione, dove il ballerino è comunque coreografo della propria esibizione. Nel caso di spettacoli tetrali, la presenza di compagnie nutrite necessita di coreografie condivise, facendo in modo che i momenti di improvvisazione siano ridotti. Nel baile flamenco esistono movimenti del corpo e delle braccia detti "braceo" e il battito dei piedi "zapeteo". Lo zapateo viene utilizzato dal ballerino per introdurre il cante (llamada) o per sottolineare la fine di un verso o di una letra (remate) oppure per eseguire dei veri e propri assoli ritmici (escobilla). Abbigliamento: L'abbigliamento del ballerino prevede speciali calzature molto resistenti con chiodi ribattuti in punta e sul tacco e abiti in sintonia con il palo proposto, soprattutto per le donne. Infatti le fogge ed i colori si arminizzano con il sentimento del palo rappresentato: colori sgargianti e pois per il cante chico e toni più smorzati per il cante jondo. Accessori: Nel ballo flamenco si possono utilizare diversi accesori; il bastone e talvolta le nacchere sono quelli utilizzati dagli uomini (le nacchere in particolare solo in alcuni tipi di danze come sevillanas e fandangos), mentre le donne oltre alle nacchere (anche per altri generi quali solea, seguiryia, ecc) utilizzano anche il ventaglio (abanico), lo scialle (manton), il cappello (sombrero) e l'abito con lo strascico (bata de cola). Rumba flamenca La Rumba Flamenca è un palos flamenco proveniente dall'america Latina, divenuto popolare in Andalusia, dove ha ricevuto una sua caratterizzazione che lo ha reso irriconoscibile rispetto alla Rumba sudamericana. Compas di 4 battute affine al Tango, spesso si alterna con esso. Tra i vari stili, merita una nota la Rumba Catalana e quella di Madrid, c.d. Cano Roto. E' stata resa famosa nel mondo da gruppi come i Gipsy King. Artisti famosi Bailaores (ballerini): Joaquin Cortes, Cristina Hoyos, Antonio Gades, José Galvan e i figli Israel e Pastora, los Farrucos, Belen Maya, Eva la Yerbabuena, Antonio Canales, Mercedes Ruiz, Antonio Marques. Cantaores (cantanti): el Pele, Enrique Morente e la figlia Estrella, Miguel Poveda, el Capullo de Jerez, la Paquera de Jerez, Mayte Martin, Camaron de la Isla, Márquez. Chitarristi: Paco de Lucia, Vicente Amigo, Manolo Sanlucar, Tomatito, Sabicas, Nino Ricardo, Ramon Montoya, Carlos Montoya, Paco Pena. Si pensa spesso che l'essenza del flamenco sia la danza. In realtà l'anima del flamenco è il "cante". Infatti il flamenco nasce come canto, senza musica (a palo seco) chitarra e danza si aggiungono solo in seguito. I cantanti "cantaores" possono cantare nella stessa serata in pezzi dove è presente il "baile" sia in pezzi di assolo con o senza chitarra. Negli assoli di norma il chitarrista dopo aver suonato qualche "falseta" (assolo di chitarra) prepara un tappeto sonoro suonando il "compas" di un determinato "palo". Su questo il cantaor improvvisa una sequenza di "letras" o "coplas" (strofe) che si possono susseguire a suo piacimento. Ogni "letra" è un mondo a parte per significato e melodia e la partecipazine del pubblico presente (jaleo) dimostra l'apprezzamento per l'intensita di esecuzione di una particolare letra famosa o per la scelta del repertorio. Quando il cantaor canta per il baile la scelta delle letras è più obbligata, ma anche qui una dose di improvvisazione è presente grazie all'interazione degli artisti sul palco. Naturalmente più il contesto coinvolge un numero maggiore di persone (teatro) più l'improvvisazione riveste un ruolo meno importante. Palos e compás Gli stili musicali del flamenco, sono detti palos. Ne esistono più di 50, anche se alcuni di questi sono eseguiti molto raramente. I palos sono classificati secondo criteri musicali (ritmo, tonalità, melodia), e non ad esempio l'origine geografica. Alcuni di essi provengono da altri generi musicali e sono stati "aflamencados" nel corso del tempo come la sevillana, il fandango, la farruca e altri "Canti del Levante". Il modello ritmico del "palo" con il numero di battiti e l'accentazione è chiamato "compás". Lo stesso termine è usato anche per indicare la base melodica tipica di un "palo". All'interno di una rappresentazione tipica di flamenco il chitarrista suona degli assoli melodici (falsetas) intervallati a dei momenti in cui predispone un "tappeto sonoro" (compas) per il cantante. Quest'ultimo intona delle "letras" (strofe), mentre quando il ballerino esegue un assolo di battito di piedi (zapateado) si dice che sta eseguendo una "escobilla". Alcuni palos vedono la presenza di chitarra, canto e ballo, altri solo di canto (si dicono "a palo seco"), altri solo canto e chitarra e non vengono di norma accompagnati dal ballo. La classificazione dei "palos" flamenchi è controversa anche se di massima vengono divisi due grandi gruppi: il "cante jondo" (cioè profondo) e il "cante chico" (piccolo). Al primo appartengono palos solitamente di sofferenza con presenza di cante tragico, come la soleà, la seguiriya, la petenera, ecc. Al cante chico appartengono generi più leggeri come la buleria, il tango flamenco, l'alegria ecc. Tra questi sono presenti anche palos detti "de ida y vuelta", cioè di andata e ritorno (dall'america) come la guajira e la colombiana che presentano sonorità più latinoamericane. Caratteristica del flamenco sono le sonorità musicali tipiche del modo musicale frigio dominante. Palos Según la Real Academia Española, se conoce como "palo" a "cada una de las variedades tradicionales del cante flamenco". Los palos pueden clasificarse siguiendo varios criterios: Según sea su compás, su jondura, su carácter serio o festero, su origen geográfico etc. Clasificación métrica (di Faustino Núñez)
Clasificación alfabética [A] Alboreá | Alegrías | [B] Bambera | Bulerías | [C] Cabales | Campanilleros | Cantiña | Caña | Caracoles | Carcelera | Cartagenera | Colombiana | Cordobesa | Corrido gitano | [D] Debla | [F] Fandango | Fandanguillo | Farruca | [G] Galeras (música) | Garrotín | Granaína | Guajira | [J] Jabera | Jota Flamenca | [L] Liviana | [M] Malagueña | Mariana (música) | Martinete (música) | Media (música) | Media Granaína | Milonga (género musical) | Minera | Mirabrás | [N] Nana | [P]Petenera | Polo | [R]Romance | Romera | Rondeña | Rumba | [S]Saeta | Seguiriya o Siguiriya | Serrana | Sevillana | Soleá | [T]Tango | Tanguillo | Taranta o Taranto | Tientos | Toná | Trillera | [V] Verdiales | Vidalita | [Z]Zambra | Zorongo Léxico Cante jondo Según el diccionario de la RAE, el "cante jondo" es "el más genuino cante andaluz, de profundo sentimiento".[12] Este diccionario recoge como equivalentes las locuciones "cante jondo" o "cante hondo", lo que avala que el término "jondo" no es más que la forma dialectal andaluza de la palabra "hondo", con su característica aspiración de la h proveniente de f inicial. Sin embargo Máximo José Kahn llegó a sostener que el término "jondo" procede de la locución hebrea "jom-tob" o "yom-tob", desinencia de algunos cantos sinagogales.[13] Según García Matos e Hipólito Rossy, no todo cante flamenco es cante jondo.[14] Manuel de Falla consideraba que el cante jondo era el cante antiguo, mientras que el cante flamenco era el moderno.[15] Ole Adolfo Salazar recoge que la voz expresiva ole, con que se anima a los cantaores y bailaores andaluces, puede proceder del verbo hebreo joleh que significa "tirar hacia arriba", poniendo de manifiesto que los derviches giróvagos de Túnez también danzan dando vueltas al son de repetidos "ole" o "joleh".[16] En este mismo sentido parece apuntar el uso del vocablo "arza", que es la forma dialectal andaluza de pronunciar la voz imperativa "alza", con la característica igualación andaluza de la /l/ y la /r/ implosivas. Es frecuente el empleo indiscriminado de las voces "arza" y "ole" a la hora de jalear a cantaores y bailaores flamencos, por lo que podrían interpretarse como voces sinónimas. Asimismo, en Andalucía se conoce como jaleo al ojeo de la caza, esto es, la acción de ojear, que es "ahuyentar la caza con voces, tiros, golpes o ruido, para que se levante". Al margen del origen y significado de la expresión "ole", existe un tipo de canción popular andaluza así llamada por la característica repetición de dicha palabra.[19] Falla se inspiró en este tipo de canción en algunos pasajes del segundo acto de su ópera La vida breve. Duende Según el diccionario de la RAE el "duende" en Andalucía es un "encanto misterioso e inefable".[20] Federico García Lorca, en su conferencia Teoría y juego del duende confirma esa inefabilidad del duende definiéndolo con las siguientes palabras de Goethe: "Poder misterioso que todos sienten y que ningún filósofo explica". En el imaginario flamenco, el duende va más allá de la técnica y de la inspiración, en palabras de Lorca "Para buscar al duende no hay mapa ni ejercicio". Cuando un artista flamenco experimenta la llegada de este misterioso encanto, se emplean las expresiones "tener duende" o cantar, tocar o bailar "con duende". Junto a las anteriormente citadas, existen otras muchas palabras y expresiones características del género flamenco, como "cuadro flamenco",[21] "tablao flamenco",[22] "juerga flamenca",[23] "tercio",[24] "aflamencar", "aflamencamiento", "flamencología"...
I palos possono essere classificati secondo il ritmo, o secondo.... l'ispirazione
II) Secondo l'ispirazione (classificazione non rigida, alcuni palos, a seconda del carattere del momento possono migrare da un gruppo all'altro, come ad esempio il Tiento)
FOLCLORE ARAGONES
Folclore Aragonés ::
FOLCLORE ASTURIANO
Folclore ASTURIANO ::
FOLCLORE BALEAR
Folclore Balear ::
FOLCLORE CANARIO
Folclore CANARIO ::
FOLCLORE de CANTABRIA
Folclore CANTABRICO ::
FOLCLORE CASTELLANO-MANCHEGO
Folclore Castellano-Manchego ::
A Almenara (banda) Arrabel Arrabel (instrumento musical) C Canción de trabajo Candeal Cascabelera Chotis D Danzas de palos y de cintas Dulzaina F Fandango (baile) Flauta de tres agujeros Folclore de Castilla J Jota (música) L La Musgaña M Agapito Marazuela N Nuevo Mester de Juglaría R Ritmo de panaderas Rondón (baile) S Seguidillas T Tamboril Torrás Mitologia castillana D Diablo Cojuelo G Gamusino L Lobo hechizado N Nubleros y regulares O Ocno Bianor Oricuerno FOLCLORE CASTELLANO-LEONES
Folclore CASTELLANO-LEONES ::
FOLCLORE CATALAN
Folclore CATALAN ::
FOLCLORE ESTREMEÑO
Folclore ESTREMEÑO ::
FOLCLORE GALLEGO
Folclore GALLEGO ::
FOLCLORE MADRILEÑO
Folclore MADRILEÑO ::
FOLCLORE MURCIANO
Folclore MURCIANO ::
FOLCLORE NAVARRO y RIOJANO
Folclore Navarro y Riojano ::
FOLCLORE VALENCIANO
Folclore Valenciano ::
FOLCLORE VASCO
Folclore Euskalerria ::
STRUMENTI MUSICALI de ESPAÑA
Dal punto di vista musicale la penisola Iberica puo essere divisa in aree geografiche in cui si usano strumenti simili che talvolta hanno nomi diversi ::
ACORDEON CROMATICO
Acordeón cromático ::
[Alcordeón. (Galicia) // Soinu handi. (País Vasco y Navarra vascuence) Acordeón. (Navarra ribereña y Cantabria) // Acordeón. Curdión. Cordión. (Aragón) Acordió. (Cataluña y Baleares) // Acordeâo. Concertina. Realejo. Fole. (portugal) // Acordeón. (Castilla y León, La Rioja, Madrid, Castilla-La Mancha, Extremadura, Andalucía y Murcia) Cordeón. (Alta Extremadura) // Acordeón. (Canarias) ] Es un aerófono de lengüeta simple libre y soplo indirecto. Similar al diatónico, el sonido se produce al pasar el aire producido por un fuelle a través de unas lengüetas que va seleccionando un teclado de botones. Las grandes diferencias con el acordeón diatónico son la incorporación del teclado de piano para la melodía y el que una misma pulsación de una tecla da siempre una sola nota, se coja o se suelte aire. Al ser más sencillo de tocar que el anterior y además tener una escala totalmente cromática adaptable a cualquier canción, baile de moda o tonada, desplazó casi totalmente, al acordeón diatónico. En el País Vasco conviven ambos. En Portugal es un instrumento muy utilizado en todo el país. ACORDION DIATONICO
Acordeón diatónico ::
[Alcordeón. (Galicia) Curdión. (Asturias)// Soinu txiki. Trikitixa. (País Vasco y Navarra vascuence) Acordeón. (Navarra ribereña y Cantabria) // Acordeón. Curdión. Cordión. ( Aragón) Acordió diatònic (Cataluña y Baleares) // Acordeâo. Concertina. Realejo. Fole. (Portugal) // Acordeón. Harmónica. Mete-saca. Organo. (Castilla y León, La Rioja, Madrid, Castilla-La Mancha, Extremadura, Andalucía y Murcia) Cordeón. (Alta Extremadura) // Acordeón. (Canarias) ] Es un aerófono de lengüeta simple libre y soplo indirecto. El sonido se produce al pasar el aire producido por un fuelle a través de unas lengüetas que va seleccionando un teclado de botones. Dependiendo de si el aire se expulsa o se aspira, una misma pulsación del botón da dos notas diferentes. Fue un invento de principios de siglo pasado y que rápidamente se extendió por toda Europa, llegando a desplazar a los propios instrumentos autóctonos. En España se comenzó a fabricar a comienzos de los años 40 del siglo pasado, alcanzando cierto renombre la fábrica "El Cid" de Valencia. Además de la melodía, se pueden hacer acordes de acompañamiento, con lo que rápidamente se convirtió en el instrumento favorito de fiestas y reuniones. Otro hecho que le puso de moda fue que acompañaba como ningún otro los bailes "agarraos" (valses, mazurkas, pasodobles...) de primeros del siglo XX, con lo que se ganó las iras de los sectores más puritanos y conservadores de la sociedad. En Euskadi alcanzó gran popularidad para la interpretación de los bailes tradicionales, siempre acompañado de la pandereta, llamándose al dúo formado por ambos la "trikitixa", siendo utilizado éste nombre posteriormente para denominar solo al acordeón, el cual posee actualmente grandes virtuosos. Más portátil es la concertina, de similares características que el acordeón pero más pequeña, utilizada sobre todo por marineros, titiriteros, etc...aunque muchísimo menos extendida que aquel. ALBOKA
Alboka: Aerófono con dos lengüetas simples. Consta de una embocadura de cuerno de vaca, dos tubos sonoros de caña con 3 y 5 agujeros alojados en un soporte de madera y un pabellón de resonancia también de cuerno. Al oírlo puede parecer una gaita de fuelle por la continuidad del sonido, pero ello no es así, sino que esta continuidad se produce gracias a la difícil técnica del soplo continuo. Limitado al País Vasco, y más específicamente a Vizcaya, actualmente está obteniendo gran arraigo en gran parte de Euskadi. En las fotografías podemos ver una alboka de la colección de Juan Mari Beltrán construída por León Bilbao y otra de Silvestre Elezkano, perteneciente esta última al museo de la Fundación Joaquín Díaz.
ALMIREZ
Almirez: Sin ser un instrumento musical, es un idiófono percutido que golpeado rítmicamente en el fondo y los laterales se utiliza para acompañar el canto en reuniones improvisadas. Es un ejemplo de adaptación de útiles caseros o de trabajo a usos musicales. De igual manera se han utilizado desde siempre sartenes, calderos, tapaderas, llaves, guadañas, azadas y un largo etcétera, en definitiva, todo lo que consiguiera hacer ruido y se tuviera a mano, sin tener que gastar dinero -que no había- en instrumentos.
ARRABEL
Arrabel :: Idiófono frotado. También llamado ginebra o huesera, en el caso de estar formada por huesos. Es un conjunto de cañas, palos o huesos atados entre sí, que se hacen sonar atándoselos al cuello y frotándolos con una castañuela. Su uso es común en toda la península ibérica. En Colmenar de Oreja (Madrid) se acompaña de la zambomba para cantar rondas en las calles.
BANDURRIA
Bandurria :: cordófono presente in tutta la penisola eccetto che in Portogallo, dove è sostituita dalla mandolina o bandolim.
[ Bandurria. (Galicia y Asturias) // Bandurria. (Cantabria, País Vasco y Navarra) // Bandurria. Mandurria. (Aragón) Bandúrria (Cataluña) // Bandurria. (Castilla y León, La Rioja, Madrid, Castilla-La Mancha, Extremadura, Andalucía y Murcia ) // Bandurria. (Canarias) ] Consta de doce cuerdas (seis dobles) metálicas afinadas por cuartas y se hace sonar con una púa o plectro. Tradicionalmente forma parte de rondallas o grupos de cuerda, junto con la guitarra y el laúd, de similares características, pero con un sonido más grave. También fue común en músicos callejeros vendedores de romances. En la fotografía, un ejemplar restaurado granadino de 1882. BIRIMBAO (ARPA de BOCA)
Birimbao: Idiófono punteado.
[ Birimbao. Birimago. (Galicia) Trompa (Galicia y Asturias) // Tronpa musukitarra. Aho-soinua. (País Vasco y Navarra vascuence) // Sanfoina de ferrero. Fanfloina. (Aragón) ; Samsónia. Sinfoyna. Sampsonia. (Cataluña) ; Guitarreta (Valle de Arán) // Berimbau (Portogallo) // Guimbarda. Trompa. Arpa de boca. (Toda la zona)] También llamado guimbarda, es un instrumento utilizado en el resto de Europa y otras zonas del mundo, y en la península ibérica fue muy normal encontrarle en Galicia. El sonido se produce colocando el instrumento en contacto con los dientes y pulsando la lengüeta metálica, que con su vibración genera el sonido que luego se puede modular en la cavidad bucal. Bien tocado puede dar una nota pedal de fondo y otras que van conformando la melodía. BOMBO
Bombo: Membranófono percutido, consta de dos bastidores de piel en los extremos de su cuerpo cilíndrico de madera. Se cree que vino a Europa procedente de las bandas militares turcas, bandas que rápidamente arraigaron en la música militar occidental, y más tarde en las bandas civiles. De mayores dimensiones que el redoblante y el tamboril, se toca poniendo las membranas del instrumento de forma vertical y con una baqueta cuyo extremo está forrado de tela. Tiene un sonido grave y suele marcar los inicios de los compases de la melodía. Algunos modelos tienen un platillo en la parte superior. Extendido por toda la península, acompaña y complementa al redoblante o caja. Se toca con todo tipo de instrumentos "de calle", como dulzainas y gaitas, y más tarde saxofones, trompetas y clarinetes, formando parte de las charangas populares.
BOTELLA
Botella: Es otro instrumento casero. En este caso se trata de un idiófono frotado. El sonido, rítmico y brillante, se consigue frotando una botella labrada (normalmente de anís) con una llave o el mango de un tenedor, cuchara o cuchillo. No servía cualquier tipo de botella labrada, sólo las de "caramelos", en referencia a la forma cuadrada del labrado. Se usa de acompañamiento a rondas y bailes y al canto, alcanzando gran popularidad en diversos grupos folklóricos. Se utiliza en toda España, siendo más raro encontrarlo en Portugal.
CAJA o REDOBLANTE
Caja o redoblante: Es otro membranófono percutido. Consta de un cilindro plano metálico (de unos 10 cm de altura) recubierto en sus dos bases por dos parches de plástico -antiguamente eran de pergamino- tensados con unos tornillos y palomillas. En el parche inferior se fijan unas cuerdas metálicas que actúan de bordones. En las antiguas eran de tripa o de cuerda de guitarra entorchada. Se toca con dos palillos y acompaña normalmente a las dulzainas o gaita de fole. Actualmente los modelos que se utilizan son de batería, viéndose muy pocos modelos autóctonos. En algunas zonas se denominaba "tambora", por contraposición al sonido grave del tamboril.
CALDERO
Caldero: Idiófono percutido. Una vez más nos encontramos ante un útil de cocina usual en el mundo rural. El caldero se hace sonar golpeando el mango sobre el recipiente de muy diversas maneras, haciendo diferentes ritmos. También es muy utilizado en toda la península, debido a encontrarse en todos los hogares.
CANTARO
Cántaro: Y seguimos con instrumentos que no son instrumentos... A parte de traer el agua de la fuente, se utilizaba para tocarlo como instrumento de percusión golpeando la boca con una alpargata, con lo que se originaba un sonido hueco y resonante en el interior del recipiente. Es un idiófono percutido. A veces se le podía sacar otro sonido distinto con soplidos secos en la boca, pero esto es más raro.
CARAJILLO ( o NUEZ)
Carajillo: Es un idiófono percutido.
[ Requetetxec. (Cataluña) // Nuez. (Toda la zona) ; Carajillo. Rascleta. (Castilla y León) ; Ruesno. (Badajoz) Ranucas. (Montaña Palentina) ] Aunque se trata más de un juguete musical infantil, se utilizan ejemplares de madera más grandes para acompañar otros instrumentos como percusión. El de la fotografía está hecho con una nuez y un trozo de caña fijado a esta con una cuerda retorcida a modo de muelle. Al pulsar la caña y volver a su posición original se produce el sonido. Común en el centro de la península. CARRACA
Carraca: Idiófono percutido.
[ Carraca. (Galicia y Asturias) ; Rancolla. Ronquiella. (Asturias) // Carraca. (Cantabria) // Carracla. (Aragón) ; Carrau (Cataluña) ; Arric-arraga. Raga (Valle de Arán) // Carraca. (Andalucia y Castilla) ] Este instrumento consta de una rueda dentada unida a un eje que sirve de asidero. Alrededor de dicho eje, gira libremente una pieza de madera que sujeta una lengüeta, la cual suena al entrar en contacto con los dientes de la rueda. Es un instrumento que cumplía una función religiosa, utilizándose en diversos oficios de Semana Santa acompañando a las matracas, dada la prohibición de tocar las campanas en estas celebraciones cristianas. En la foto se puede ver un ejemplar sencillo del centro de la península, pues los podía haber con múltiples lengüetas y ruedas. CASTAÑUELAS
Castañuelas :: Posiblemente uno de los instrumentos más extendidos y conocidos de la península.
[Castañolas. Castañetas. Pitos. (Galicia) ; Castañueles. Pitos. (Asturias) // Tarrañuelas. (Cantabria) // Castañuelas. Castañetas. Postizas. Pulgaretas. (Aragón) ; Castanyoles. Postisses. (Cataluña) ; Castanyetes. Postisses. Pitos. (País Valenciano) ; Castanyetes (Baleares) // Castanholas. (Portugal) // Castañuelas. Castañetas. Tarrañuelas. (Toda la zona) ; Pitos. (León, Zamora) ; Postizas. (Murcia) // Chácaras. (Canarias)] Es un idiófono entrechocado cuyo sonido se produce al chocar dos piezas cóncavas y ahuecadas de madera atadas con una cuerda a las manos. Se tocan en con ambas manos. Las hay de muchos tamaños, desde los "pitos" de León y Zamora, del tamaño del pulgar, hasta las grandes "chácaras" de La Gomera, en Canarias. En la fotografía, dos modelos del norte de Cáceres, el de arriba de Plasencia, muy labrado y el de debajo de Montehermoso, más rústico, realizado a punta de navaja. CASTRAPUERCAS
Castrapuercas: Es un aerófono sin lengüeta de tubo vertical. Hecho con un trozo plano de madera de forma trapezoidal, en uno de cuyos extremos lleva un número determinado de agujeros que, aprovechando la inclinación del otro lado, van formando una escala diatónica de mayor a menor. El que lo toca aprieta la parte agujereada sobre el labio inferior, con lo que el soplo incide oblicuamente sobre los agujeros haciendo que vibre la columna de aire que está en su interior. En nuestra península, era instrumento común entre los capadores de cerdos que iban por los pueblos avisando de su llegada a quien quisiese contratarles por medio de determinadas melodías que interpretaban en su capapuercas. En tiempos recientes, también los afiladores y los componedores de paraguas lo usaron.
CAVAQUIÑO
Cavaquiño: El cavaquiño o cavaquinho es un cordófono punteado. Es un instrumento portugués, en forma de guitarra pero de dimensiones mucho más reducidas que ésta. Pertenece a una familia de pequeños instrumentos de cuerda que tuvieron un importante desarrollo desde el siglo XVI, y que tenían un sonido agudo (tiple). Pueden considerarse hermanos de éste los guitarros y guitarricos españoles, el timple canario, el cuatro venezolano, etc... Fue llevado a América por los colonizadores, alcanzando allí gran popularidad. El instrumento tiene cuatro cuerdas metálicas afinadas normalmente en Re Si Sol Re, de primera a última cuerda ó Re Si Sol Sol. La tapa armónica de la caja de resonancia no suele estar barnizada. El cavaquiño se utiliza en los grupos tradicionales de la mitad norte de Portugal, y normalmente se utiliza rasgándolo con los dedos para acompañar la voz. En España existe un instrumento parecido, de 4 cuerdas llamado "Requinto" o "Guitarrico" que se utiliza en las rondallas.
CENCERROS
Cencerros: Son idiófonos sacudidos. Sin ser instrumentos musicales, en algunas ocasiones cumplían con este cometido de una forma rudimentaria, sobre todo cuando se trataba de organizar mucho ruido. Un ejemplo lo tenemos en las "cencerradas", que no eran otra cosa que una serie de coplas burlescas que se decían a las personas viudas que se volvían a casar. También los cencerros forman parte de ciertos trajes de carnaval, como las "botargas", "zamarrones" o "zancarrones", atándose a la cintura de estos personajes. Su utilización es generalizada en la península.
CHARRASCO
Charrasco: Idiófono percutido-frotado. Este instrumento consta de un mástil de madera de aproximadamente 1,5 m de altura que en su parte superior sujeta un bastidor con varios pares de sonajas de chapa. Desde el bastidor hasta el extremo inferior del mástil lleva un alambre tenso apoyado en un "puente" con el fin de hacerlo vibrar. Golpeando y frotando el cable con un palo estriado, y golpeando a su vez el mástil contra el suelo, se produce un sonido similar al de varias panderetas sonando juntas. Este instrumento se toca en Galicia, siendo originario de Pontevedra, donde era tocado en carnavales u otras fiestas similares. Actualmente se le incluye también en algunas bandas de gaitas y grupos musicales.
CHICOTÉN
Chicotén :: Este instrumento es un cordófono percutido con una baqueta. También denominado salterio en Castilla, ttun-ttun en Euskadi o genéricamente tambor de cuerdas. Parece ser una derivación de los salterios medievales, produciendo el sonido con una baqueta que golpea una serie de cuerdas tensas sobre una caja de resonancia alargada. Acompañaba siempre a la flauta de tres agujeros cuando se tocaba en interiores, dando una nota pedal, grave y rítmica. Solo sigue utilizándose actualmente en Euskadi acompañando a la txirula y en el Alto Aragón, acompañando al chiflo. En la fotografía podemos ver un salterio y un ttun-ttun vasco.
CLARINETE
Clarinete: Aerófono de lengüeta simple.
[ Pipa. Gaita. Cimploña. Zamploña. (Asturias) Turullu. (Cuerno con lengüeta. Asturias) // Alboka. (País Vasco y Navarra vascuence) Chiflita. Turuta. Chifla. (Cantabria) // Gaita de caña. Fabiol de bana. (Aragón) Reclam de Xeremies (Clarinete doble de caña. Ibiza) Tataròta. Còrn. Caramèra (Valle de Arán) // Pito. Pita. Gaita. (Castilla y León, Madrid, Castilla-La Mancha, Extremadura, La Rioja y Andalucía) Turuta. (Extremadura) ] El tubo sonoro es de madera, cilíndrico y provisto de llaves. De sobra conocido, sin llegar a ser un instrumento popular, pues era un instrumento "culto" y complejo utilizado en bandas y orquestas, cuando cayó en manos de los músicos tradicionales éstos adaptaron para este instrumento las canciones y tonadas que tocaban desde siempre. Tocado por dulzaineros, en provincias como Cantabria y algunas comarcas de Asturias llegó a desplazar a la dulzaina y el pito de tres agujeros. Más concretamente, en Cantabria se utiliza el clarinete alto o "requinto", por su mayor sonoridad, acompañado del redoblante como instrumento protagonista en bailes, danzas y romerías. CONCHAS
Conchas: Se trata de un idiófono frotado. El sonido se produce al frotar una concha contra la otra por su parte convexa, chocando entre sí las estrías de estas. Muy utilizado en la zona noroeste de la península (Galicia, Minho) como instrumento de percusión, sobre todo en zonas cercanas al litoral. Curiosamente aparece también este instrumento en regiones sin costa, como es el caso de la comarca de Aliste, en Zamora, donde son muy utilizadas acompañando a la voz para cantar los "charros" junto a la pandereta.
CORNETA o TROMPETA
Corneta y trompeta: Aerófonos de boquilla. Los labios del músico hacen las veces de lengüeta al vibrar sobre la boquilla del tubo sonoro. Dicho tubo es metálico y termina en una campana abierta que amplifica el sonido. Ambos instrumentos modernos proceden de las bandas militares, aunque el principio sonoro es muy conocido desde la antigüedad más lejana, aplicado a cuernos, caracolas y trompas de barro. La corneta produce un limitado número de notas, siendo la trompeta de pistones una mejora respecto a ésta, ya que gracias a ellos se consigue aumentar la escala del instrumento. En música popular, la corneta forma parte de las bandas de cornetas y tambores exclusivas de las procesiones religiosas de Semana Santa. La trompeta se utiliza en las coblas de Cataluña y en las charangas de las que hablamos más arriba.
CUCHARAS
Cucharas :: Idiófono entrechocado. Es un util de cocina muy utilizado como instrumento de percusión entrechocándolas por su parte convexa. Fue muy usado para amenizar fiestas y reuniones familiares. Está extendido por toda la península, y se toca de varias maneras. Una de ellas es golpearlas como si fueran palillos o tejoletas. Otra forma es coger ambas con una mano y golpearlas contra la rodilla y la otra mano, sacando gran variedad de ritmos.
DULZAINA
Dulzaina :: Aerófono de lengüeta doble (e altre oboe popolari a doppia ancia).
[ Dulzaina. (Cantabria) Dultzaina. Bolin-gozo. (País Vasco) Txanbela (Más pequeña.País Vasco) Gaita. (Navarra) // Gaita. Dulzaina. Dolzaina. Donzaina. Donsaina. Chuflaina. (Aragón) Trompa de Graus. Grallón. (De mayor tamaño que los anteriores) (Aragón). Gralla. (Cataluña) Gaita. Dolçaina. (Tortosa) Tarota. Xeremia. (De mayor tamaño que los anteriores) (Cataluña). Dolçaina. Donçaina. Xirimita. Xaramita. Verinoca. (País Valenciano) Clarin. Claron. Aboès. (Valle de Arán) // Palheta. (Portogallo) // Gaita. Dulzaina. Chirimía. (Castilla y León, La Rioja, Madrid, Castilla la Mancha, Extremadura) ] El tubo sonoro tiene forma troncocónica y es de madera. En su extremo superior lleva alojado el tudel, que es una pieza metálica donde se coloca la caña o pipa. Estos oboes tradicionales están muy extendidos por toda Europa y no podía ser menos en España, donde reciben distintos nombres. Pueden tener llaves como la primera y la última foto o no tenerlas, que es lo más normal en las menos evolucionadas. La primera es una dulzaina castellana, la segunda una rústica dulzaina extremeña, la tercera una dolçaina valenciana, la cuarta una gaita navarra, la siguiente una dulzaina aragonesa y las dos últimas son grallas catalanas del artesano Cesc Sans; una "seca" sin llaves y una "dolça" con ellas. Hay un instrumento de la misma familia que las dulzainas pero mayor en longitud y con sonido más grave, más emparentado con el oboe tradicional del sur de Francia. Es la "tarota", y es muy utilizada en las agrupaciones sardanísticas de Cataluña. En Aragón hay un instrumento parecido también más cercano al oboe de Occitania (Francia) llamado "grallón" o trompa de Graus. En la fotografía inferior podemos ver tarotas y grallas del artesano Jordi Aixalá. Las dulzainas se acompañan de tambores tipo caja o redoblante la mayoría de ellas. Y en muchas ocasiones se tocan en grupo, como ocurre con los dulzaineros, los "grallers" y los gaiteros navarros. Son utilizadas en bailes, fiestas, romerías, etc. También en Portugal se pueden encontrar ejemplares de construcción más rústica, parecida a la extremeña de la fotografía, como es el caso de la "palheta", de la que vemos una imagen a continuación. FLABIOL
Flabiol :: Otro aerófono de bisel. Es de forma cilíndrica y tiene una longitud de unos 20 ó 25 cm. Suele tener 8 agujeros melódicos, 5 en la parte delantera y tres en la trasera. Están fabricados de madera o de caña y pueden tener llaves para dar más notas cromáticas, llamandose flabiol "de cobla" o "de claus". También esta flauta se toca por un solo músico conjuntamente con un pequeño tambor ó "tamborí". Acompaña las sardanas y otros bailes y es normal que forme parte de las "coblas", que son agrupaciones de música tradicional de Cataluña. El territorio donde se utiliza fundamentalmente corresponde a Cataluña y Baleares.
FLAUTAS
Flauto generico [ Pito. Frauta. (De pico. Galicia); Requinta. (Travesera aguda. Galicia) ; Frauta traveseira.(Travesera normal. Galicia) ; Xiblata. (Asturias) ; Flauta de traviesu. Traviesa. Requinta. (Travesera. Asturias) // Flauta. Pito. (Cantabria) // Fabirol. Pínfano. Pito. Chiflo. Fabiol. Pinfaino. Pifaino. Flariol. Furiol. (Aragón) ; Flauta (Cataluña, Baleares, País Valenciano) ; Flaüta (Valle de Arán) ; Pifre (Travesera. Valle de Arán)
Pífaro. Flauta. Flauta travessa. (Travesera) (Portugal) // Pito. Flauta. (Castilla y León) ; Pínfano. Pífano. (Travesera. Castilla y León) // Flauta. (Canarias)]
FLAUTAS de 3 AGUJEROS
Flautas de tres ( o più ) agujeros :: Aerófonos de bisel, suonato insieme alle percussioni da una stessa persona.
[ Xipro. (Galicia) ; Xipla ó xipra. (Asturias) // 3 agujeros: Silbu. (Cantabria) ; 3 agujeros: Txistu. (País Vasco y Navarra) ; 3 agujeros: Xirula. Txirula (Más pequeño. País Vasco y Navarra) // 3 agujeros: Chiflo. Chuflo. Flatura. Pito. (Aragón) ; 3 agujeros: Flaüta (Ibiza) ; 3 agujeros: Flaüta (Valle de Arán) ; 5 agujeros: Flabiol ó flubiol (Cataluña) 5 agujeros: Fubiol ó fobiol (Mallorca) // 3 agujeros: Flauta com três furos. Pífaro. Frauta pastoril. (Portugal) // Chifla. (Zamora) ; Pito. (León y Zamora) ; Gaita charra. (Salamanca) ; Flauta. Gaita. (Alta Extremadura) // Pita (Güímar, Tenerife-Canarias) ; Flauta. (Canarias) ]] Su escala tonal completa se consigue sobresoplando la embocadura, llegando a alcanzar más de dos octavas. Se tocan inseparablemente con el tamboril, uno en cada mano, o más ocasionalmente con el salterio, como en el caso de la txirula vasca y el chiflo aragonés. El de la foto de la izquierda es un pito de la zona de la Maragatería, en León, y está hecho de una pieza de madera. Es familiar de la gaita charra de Salamanca, la chifla de Zamora, las flautas extremeñas, las rocieras de Huelva, el chiflo aragonés y el txistu vasco, aunque las afinaciones y formas de este último son algo distintas. Esta familia de instrumentos perviven con gran arraigo en la franja occidental de la península, así como en la zona fronteriza con Portugal, en Tras-os-montes y el Alentejo. También hay ejemplares en Ibiza y Canarias. El txistu y la txirula son muy utilizados y característicos de la región vasco-navarra. En las fotos de debajo podemos ver una serie de instrumentos pertenecientes al museo de la Fundación Joaquín Díaz. Son una txirula, del País Vasco y Navarra, un txistu de la misma zona, un chiflo aragonés con su correspondiente forro de piel de culebra, una flauta de Ibiza y otra de Tras Os Montes, en Portugal. Otras variedades de este instrumento son las gaitas charra y extremeña, siendo quizás la charra la más conocida en la península tras el txistu. La gaita charra procede de la zona de Salamanca y es inseparable del tamboril, tal y como dijimos antes. Se suele fabricar normalmente de corazón de encina para el cuerpo, asta de toro o vaca para los anillos o encelgas, y hueso para la embocadura y el bisel. Además de tocarse en Salamanca, se utiliza en el norte de Cáceres, desplazando a los modelos autóctonos como el de la segunda fotografía, pues hay más constructores en Salamanca que allí. La primera foto muestra un ejemplar del artesano Felicísimo Valle, de Salamanca. La segunda fotografía muestra una gaita extremeña del norte de Cáceres. El tamboril de debajo es de Acetuna (Cáceres) y fue fabricado por Martín Pérez. Para la piel del tamboril se suele utilizar pellejo de cabra, como en este modelo. Las flautas de tres agujeros alcanzaron mucha popularidad en toda Castilla y León, pero en algunos lugares fueron desplazadas por la dulzaina y el redoblante. Puedes encontrar información más detallada en mi página web sobre la gaita de tres agujeros y el tamboril. GAITA de ODRE o FUELLE
Gaita de odre o fuelle :: Aerofono ad otre .
[Gaita do fol (Galicia) Gaita. (Galicia y Asturias) // Gaita. (Cantabria) ; Xirolarrua. Xirularrua. (Gaita genérica. País Vasco y Navarra vascuence) ; Tuta. (Gaita gallega. País Vasco) // Gaita de boto. Bot. Chinflaina. (Aragón) ; Sac de Gemecs. Manxa. Borrega. Caterineta. Criatura verda. Buna. (Cataluña) ; Xeremies (Mallorca) ; Bot. Bohaussac. Gaita. (Valle de Arán) // Gaita de foles. (Portugal) // Gaita. (Toda la zona) ; Gaita de fole. (Zamora y León) ] GAITA ASTURIANA
Gaita asturiana: Seguimos con este tipo de aerófonos de odre. Muy parecida morfológicamente a la gaita de fole y a la gaita gallega, este instrumento se circunscribe al Principado de Asturias y occidente de Cantabria. Normalmente consta de un "punteru" o tubo melódico con 9 agujeros, donde se aloja la lengüeta doble ("parpayuela" ó "payuela"), un "roncón" con su lengüeta simple o "payón", formado por tres piezas que acompaña a la melodía con la nota pedal, y un "soplete" con una válvula para insuflar el aire al odre. Se diferencia de la gaita gallega en la digitación, que es cerrada, y en el timbre del punteiro, más seco y agudo y de mayor sonoridad. También el estilo de interpretación y las ornamentaciones de las melodías se diferencian de los de cualquier otra gaita. Además la colocación de los tubos en el odre y su forma es ligeramente distinta.
GAITA de BOTO ARAGONESA
Gaita de boto aragonesa: Otra gaita de odre, pero en este caso exclusiva de Aragón. Estuvo a punto de perderse en el olvido en los años 70 de este siglo, pero desde hace unos años, gracias a la labor de investigación, se ha conseguido salvar y popularizar en esta región. Consta de un tubo melódico o "clarín" con lengüeta doble y dos bordones de acompañamiento, uno más largo o "bordón" y otro menor o "bordoneta". Ambos bordones suelen ir recubiertos con piel de culebra. Al tocar este tipo de gaita, el bordón no se apoya sobre el hombro, si no que pasa por debajo de la axila. El boto se cubre con un "vestido" parecido a una falda.
GAITA de FOLE
Gaita de Fole: Aerófono de lengüetas doble y simple. Consta de dos tubos sonoros, uno es un tubo largo u "hornión" con una lengüeta simple que da una nota pedal de acompañamiento y el otro es el puntero, parecido a una dulzaina y con lengüeta doble que es el que hace la melodía. Ambos tubos van unidos al fol, de piel de cabrito, empleando las patas para colocar el soplete para inflarlo y el hornión. El fol sirve de depósito de aire, dando al instrumento el característico sonido continuo. La gaita de fole se encuentra en Zamora, zonas de León y la comarca portuguesa de Tras-os-Montes, siendo todas estas comarcas limítrofes entre sí. La construcción y afinación de la gaita de fole es más arcaica y menos evolucionada que la de las gaitas gallegas y asturianas, predominando el modo menor en sus tonadas. Están afinadas en tonos más bajos y el depósito de aire suele ser mayor pues sobre todo en la comarca zamorana de Sanabria es común que el gaitero cante a la vez que toca.
GAITA GALLEGA
Gaita gallega: Aerófono muy parecido al anterior, pero mucho más evolucionado y perfeccionado. Se puede encontrar totalmente afinada en diversos tonos, siendo los más comunes el Sib, Do y Re. Además del "punteiro" y el "roncón", suele tener una "ronqueta" y más raramente una "ronquilla" ó "chillón", dando varias octavas de una misma nota pedal para acompañar la melodía del punteiro. El fol u odre es más pequeño que en las gaitas de fole anteriores. Es la gaita más conocida y extendida de la península, llegando incluso a desplazar a otras gaitas autóctonas en otras regiones, como fue el caso de la gaita de fole de Castilla-León y la gaita de boto aragonesa. Se puede encontrar en Galicia, en grupos tradicionales así como en bandas de gaitas y tambores. También es común verla en el resto de la península en algunas bandas militares.
GAITA de El GASTOR
Gaita de El Gastor (Cádiz) :: Aerófono con una lengüeta simple. Consta de un tubo sonoro de madera (usualmente de peral o adelfa) con 3 agujeros en la parte superior y uno en la inferior y un pabellón de resonancia formado por un cuerno de bastante longitud. Este instrumento procede de un pueblo cercano a Ronda, donde los hombres lo tocan en Todos los Santos y Navidad en las calles del pueblo. En la fotografía aparece un ejemplar del artesano Luis Angel Payno. Este instrumento guarda bastantes paralelismos con la gaita de la sierra de Madrid, perteneciendo a la misma familia.
GAITA SERRANA
Gaita serrana de Madrid: Aerófono con una lengüeta simple. Consta de una embocadura de cuerno de vaca, un tubo sonoro de madera (usualmente de higuera) de sección cuadrada y con 3 ó 4 agujeros en la parte superior y uno en la inferior y un pabellón de resonancia también de cuerno. Los ejemplares, recuperados por el folklorista Manuel García Matos proceden de la sierra norte madrileña. Llegó a estar casi extinguido, dado que es un instrumento pastoril, sin otra función que el propio pasatiempo del pastor. Este instrumento puede proceder de los "albogues" medievales, de similares características pero, como en el caso de la alboka vasca, no se sabe nada a ciencia cierta. En la fotografía se pueden observar reproducciones de un ejemplar pequeño de La Cabrera y otro mayor correspondiente a El Berrueco.
GUITERRA Classica
GUITERRA Classica :
[ Guitarra. (Galicia y Asturias) ; Kitarra. Gitarra. (País Vasco y Navarra vascuence) ; Guitarra. (Navarra ribereña) ; Guitarra. (Aragón) ; Guitarra. (Cataluña, Baleares y País Valenciano) ; Guitarra pequeña: Peteneres (Tocada por mujeres. País Valenciano) ; Guiterra (Baleares) // Violâo. (Portogallo) // Guitarra. Vigüela. (Castilla y León, La Rioja, Madrid, Castilla-La Mancha, Extremadura, Andalucía y Murcia ) // Guitarra. (Canarias)] GUITERRAS Pequeñas
Guitarras pequeñas, de 4 ó 5 cuerdas
[ 5 cuerdas: Guitarro. Guitarrico (Aragón) ; 4 cuerdas: Guitarrico. Requinto. (Aragón) ; 5 cuerdas: Guitarró (Menorca) ; 4 cuerdas: Tiple (Menorca) ; 4 ó 5 cuerdas: Guitarró (País Valenciano) // 4 cuerdas: Cavaquinho (portugal) // 5 cuerdas: Guitarro. Guitarrico. (Castilla-La Mancha, Murcia, Andalucía) ; 4 cuerdas: Guitarrico. Requinto. (Castilla-La Mancha, Murcia, Andalucía) ; 5 cuerdas: Timple. (Murcia) // 4 cuerdas: Braguinha. (Madeira) ; 5 cuerdas: Rajâo. (Madeira) ; 5 cuerdas: Timple. (Canarias) ] GUITERRA ESPAÑOLA
Guitarra española: Es un cordófono punteado. Consta de seis cuerdas de nailon, antiguamente de tripa. Es el instrumento más simbólico y conocido de la península, debido al flamenco. Sin entrar en este tipo de música, en el medio rural se utiliza rasgando las cuerdas y acompañando los diferentes cantos tradicionales con pocos y sencillos acordes. Como la bandurria, fue muy utilizada por ciegos ambulantes y vendedores de "coplas". En los grupos de cuerda acompaña a bandurrias y laúdes creando la base rítmica.
GUITERRA PORTUGUESA
Guitarra portuguesa: Es un cordófono punteado. Tiene seis órdenes o pares de cuerdas metálicas. La caja de resonancia es periforme. El clavijero es en forma de abanico, con tornillos para afinar las cuerdas y con una voluta de madera.. La longitud total es de unos 75 cm. El intérprete suele usar uñas postizas utilizando una técnica especial de ejecución para sacar al instrumento la mejor sonoridad. La afinación de la guitarra portuguesa es, de más agudo a más grave, Si La Mi Si La Re. Es tocada en los conjuntos de fado junto a la guitarra española, que acompaña su melodía y la voz del o la cantante.
GUITARRO
Guitarro: Es un cordófono punteado. Es un instrumento en forma de guitarra, de dimensiones menores que esta pero mayores que las del requinto y el cavaquiño. Proviene de una serie de guitarras pequeñas que fueron muy populares en el Barroco. Lo más común es que tuvieran cinco cuerdas de tripa o nailon, aunque podían tener órdenes en lugar de estas. Las afinaciones varían, pero las más utilizadas son SI FA# RE LA MI. El guitarro se utiliza en zonas de Aragón, La Mancha, Andalucía y Murcia, perteneciendo todos ellos a un mismo tipo de instrumento (con pequeñas variaciones locales). Acompañan a otros instrumentos en las rondallas o en las cuadrillas, siendo raro que sean utilizados como instrumento solista. De la misma forma que el cavaquiño y el requinto, la colonización de América hizo que este tipo de instrumentos se hicieran allí muy populares, transformándose en otros propios de aquellas latitudes. En las fotografías podemos ver un guitarro del constructor Jesús Reolid, de factura moderna y otro originario de Gallocanta (Zaragoza), restaurado por Alejandro Sánchez, del grupo "Lahiez". En la fotografía de debajo, aparecen dos guitarros de la cuadrilla de Aledo (Murcia) originarios de Baza (Granada). Estos dos últimos llevan 3 órdenes de cuerdas dobles (las centrales) y dos cuerdas simples (la primera y la última).
HIERROS
Hierros: Es un idiófono percutido.
[ Ferriños. (Galicia) ; Fierros. Ferro. Ferreñas. Ferrenes. (Asturias) // Triangle. Ferrets (Cataluña y Baleares) Ferrets (País Valenciano) // Ferrinhos (Portugal) // Hierros. Triángulo. (Toda la zona) // Triángulo. (Canarias)] Se trata de una barra de hierro en forma de triángulo que es golpeada con una baqueta, también de hierro, en los tres lados de dicho triángulo. De esta forma, se pueden conseguir diversos ritmos. Originalmente eran de forja, siendo sustituídos más tarde (sobre todo en los últimos 50 años) y ocasionalmente por otros fabricados con redondos de construcción, hechos también a mano. Actualmente se pueden encontrar facilmente en tiendas de instrumentos musicales. Se utiliza para acompañar diversos conjuntos musicales tradicionales de la península, como es el caso de las rondallas. En la foto podemos ver un ejemplar del Museo de la Fundación Joaquín Díaz, de Urueña. HUESERA (ARPA d'OSSA)
Huesera :: Idiofono d'osso a percussione.
[Canyis. Arpa d'ossos. (Cataluña) ; Ossos (Baleares) // Regue-regue. Genebres. // Huesera. Huesos. Ginebra. Arrabel. Arrabe. Cañas. Carrañaca. (Castilla y Andalucía)] LATO
Lato: Idiófono percutido. Utilizado en la comarca de Aliste, en Zamora. A falta de tambor redoblante, se aprovechaba una lata vacía de aceite, conserva u otro alimento y con dos cucharas se golpeaba su superficie ejecutando ritmos propios de tambor (charros, jotas, habas verdes...) para acompañar el canto en las reuniones caseras y celebraciones familiares. Igualmente podía servir la tapadera de un puchero grande.
LAÚD
Laúd: El laúd es un cordófono punteado con presencia en prácticamente toda la península, excepto en Portugal, donde se sustituye por la mandola.
[ Laúd. (Galicia y Asturias) // Laute. (País Vasco y Navarra vascuence) ; Laúd. (Navarra ribereña) // Laúd. (Aragón) ; Laudín. (Más pequeño y agudo que el laúd. Aragón) ; Llaüt (Cataluña); Llautí (Más pequeño y agudo que el laúd. Cataluña) // Laúd. e Laudete. Laudín. Laudino. (Más pequeño y agudo que el laúd)(Castilla y León, La Rioja, Madrid, Castilla-La Mancha, Extremadura, Andalucía y Murcia) La ud. (Alta Extremadura) // Laúd. (Canarias) ; Laudino. (Más pequeño y agudo que el laúd)(Canarias)] Consta de doce cuerdas (seis dobles) metálicas, como la bandurria , pero el mástil es mas largo que en aquella. Se hace sonar con una púa o plectro. Tradicionalmente forma parte de rondallas o grupos de cuerda, junto con la guitarra y la bandurria, dando distintas voces que esta. También su afinación es por cuartas, como en la bandurria. MANDOLINA y BANDOLIM
Mandolina y bandolim: Son cordófonos punteados.
[ Mandolina Mandulina. (Asturias) // Mandolina (Cataluña) // Bandolim.(Portogallo) // Mandolina. (Castilla y León, La Rioja, Madrid, Castilla-La Mancha, Extremadura, Andalucía y Murcia) // Mandolina. (Canarias)] El bandolim es una mandolina presente en Portugal, pues en España se utiliza la bandurria como instrumento de plectro, aunque también se utilizó ocasionalmente la mandolina en los grupos de pulso y púa. Como cualquier mandolina, consta de cuatro parejas de cuerdas afinadas por quintas, como el violín. Algo que diferencia al bandolim de las clásicas mandolinas es su profunda caja de resonancia plana, que en las demás mandolinas es más estrecha o en forma de media calabaza; así como el clavijero, en forma de abanico y con una voluta de madera. Se pueden ver en los grupos de la mitad norte de Portugal y en las agrupaciones universitarias. En la fotografía de la derecha, vemos un Bandolim de Lisboa. A la izquierda podemos ver una mandolina española de rondalla. MATRACA
Matraca: Idiófono percutido utilizado para acompañar los oficios religiosos de Tinieblas de Semana Santa dada la prohibición de utilizar campanas en esta época.
[ Matraca. Maltraca. Maltrácula. (Asturias) // Matracas. (con martillitos de hierro) ; Tric-li-trac. (con martillitos de madera) // Matraca. (Andalucia - Castilla) ] Se trata de un idiófono golpeado. Consta de un cuerpo de madera al que se unen unos martilletes móviles de madera o metal que golpean dicho cuerpo de madera. Puede tener un asa en el caso de las matracas "portátiles". Hay también matracas de campanario, que tienen varios cuerpos de madera y se accionan con una manivela. En las fotografías podemos ver una matraca "portatil" de las que se tocaban por las calles y otra mayor de las de campanario, compuesta por cuatro cuerpos. Ambos ejemplares son del Museo de la Fundación Joaquín Díaz. MORTERO
Mortero: Mortaio di legno.
[Morteru. (Asturias) // Majuco. (Montaña cántabra) // Mortero (Andalucia y Castilla) ; Morteruelo (Más pequeño. Extremadura) ;Majuco. (Montaña palentina)] De la misma forma, golpeando rítmicamente en el fondo y los laterales se utiliza para acompañar el canto en reuniones improvisadas. Tiene un sonido más sordo que el metálico. En Extremadura se utilizaba un pequeño ejemplar llamado "morteruelo", que se tocaba invertido, con la boca hacia la palma de la mano y golpeando el fondo. MIRLITÓN
Mirlitón: Es un membranófono soplado. Consta de un tubo hueco de caña perforada en el centro y a la que se ha tapado uno de sus extremos con una membrana de papel de fumar u hoja de cebolla humedecida atadas con un cordel. En la actualidad la membrana es de plástico. Al hablar o cantar por el agujero del centro, la membrana vibra por simpatía con las cuerdas bucales, modificando el sonido original de la voz. Es muy utilizado en carnavales. Está extendido por toda la península. Actualmente podemos encontrar modelos industriales importados de otros países, de plástico o metal ( Kazoo).
OCARINA
Ocarina: Aerófono de bisel. Recipiente de barro en forma de globo cuya invención data de finales del siglo pasado, a cargo de Giuseppe Donatti. La ocarina actual suele tener nueve o diez agujeros y presenta formas relativamente similares en las que siempre la embocadura está separada del cuerpo del instrumento por un conducto, de barro también, en cuyo extremo se sopla. Este instrumento tuvo gran aceptación en toda Europa, y en nuestra península no fue menos. Encontró bastante arraigo en Galicia, donde se fabrica un "derivado" local, como es el asubio de Paparolo, de menor tamaño, con 5 agujeros y un sonido más agudo.
ORGANILLO
Organillo: Este instrumento es un cordófono percutido con macillos. También denominado "piano mecánico". Inventado a principios del siglo XIX en Inglaterra. Un rodillo con púas que gira sobre su eje, mueve los macillos que percuten las cuerdas de piano. Además, dichas púas hacen mover macillos que golpean instrumentos de percusión como panderetas, platillos, etc... Cada rodillo solía tener 10 canciones fijas, que se elegían para cada momento. Este instrumento tuvo gran auge en los salones de baile de la época, desplazando a otros instrumentos autóctonos, pues no precisaba de ningún conocimiento de música para ser tocado, solo había que girar un manubrio. Desapareció al utilizar el fonógrafo y el gramófono más tarde. Aunque fue muy popular en toda la Península, ha quedado como instrumento "típico" en Madrid capital. En las fotografías podemos ver dos ejemplares del Museo de la Fundación Joaquín Díaz, en Urueña (Valladolid), uno más pequeño y portátil y otro grande, de salón.
PANDERETA
Pandereta: Quizá sea, junto con la guitarra, el instrumento más conocido de todos.
[ Pandeireta. (Galicia) ; Pandeira. (De mayor tamaño. Galicia) ; Pandoriu. (Pequeña. Asturias) // Pandereta. (Cantabria) ; Pandero. (País Vasco y Navarra vascuence) // Pandereta (Aragón) ; Pandero. Panderet. (Cataluña) // Pandeireta. (Portugal) // Pandereta. (Andalucia y Castilla ) // Pandereta. (Canarias)] Se trata de un bastidor circular de madera con sonajas en pares, y cubierto por uno de los lados con una piel tensa. Es del tipo membranófono percutido. A lo largo de toda la península se pueden encontrar verdaderos virtuosos de este instrumento, sobre todo entre las mujeres. PANDERO
Pandero (bastidor redondo o cuadrado con una o dos membranas)
[ Pandeiro. Pandeira. (Galicia) ; Panderu. Pandeiru. (Asturias) // Pandero. (País Vasco y Navarra vascuence) // Pandero. Tempán. (Aragón) ; Pandero (Cataluña) // Adufe. Pandeiro. (Portugal) // Pandero. (Andalucia y Castilla) ; Pandera (Grande, circular y con sonajas)(Madrid) ] PANDERO CUADRADO
Pandero cuadrado: Es otro membranófono percutido. Consta de un bastidor cuadrado de madera cubierto por ambos lados de piel tensa y en ocasiones relleno de chapitas, semillas, etc... para dar un sonido de bordón. Se toca con los dedos, las manos o los puños y en ocasiones, como en Peñaparda (Salamanca), con una porra y la mano al mismo tiempo. Es común sobre todo de la cornisa cantábrica -Asturias, Galicia, León- en zonas de Cataluña y en Portugal. En la fotografía de la izquierda, un "adufe" portugués de Monsanto. En la de la derecha podemos ver un pandero de León.
PIFANO
Pífano :: Aerófono sin lengüeta. Es un tubo cilíndrico cerrado por uno de los extremos, con siete agujeros más aquel en que se sopla. Como en el caso de muchos otros instrumentos sin lengüeta, el intérprete debe de tratar que el borde del orificio presione ligeramente el labio inferior para que el soplo incida oblicuamente sobre la columna de aire del tubo. Este se coloca transversalmente al cuerpo del ejecutante y se sujeta con las dos manos. Muchos autores coinciden en señalar que el pífano entró en la península a través de los soldados suizos que intervinieron primero en la guerra de Granada y luego sirvieron con el Gran capitán en las guerras de Italia. De todos modos, existía una flauta travesera de procedencia árabe denominada ajabeba que ya aparece representada en las Cantigas, si bien era más larga y de una pieza, mientras que el pífano suele tener dos o tres. En ejemplares más modernos, este instrumento puede tener alguna llave.
PITO de CAJA de PURO
Pito de caja de puro: Otro aerófono de bisel. Es una variedad del anterior, pero hecho con la funda de un puro y un corcho. Es copia de uno recogido por el investigador Luis Angel Payno en Soria. Nos viene a demostrar la riqueza de la Cultura Tradicional, y la adaptabilidad de materiales para construir los instrumentos con lo que se tiene más a mano.
PITO de CAÑA
Pito de caña :: Es un aerófono de bisel. Era muy usada por pastores, niños y dulzaineros, los cuales la utilizaban para ensayar en casa debido a su sonido de baja potencia. Las formas y tamaños son muy variables, dependiendo del constructor, pues se trata más de un instrumento de pasatiempo que otra cosa. Podían tener entre 4 y 8 agujeros. Se puede encontrar en toda la península.
PITO de CUERNO de CABRA
Pito de cuerno de cabra :: También es un aerófono de bisel. Similar a los anteriores, pero construído con un cuerno de cabra. Lo construían los pastores de dicho ganado. Se han encontrado varios en la provincia de Salamanca, aunque es normal que existieran en otros lugares donde dicho pastoreo era común. No tienen una afinación determinada y el número de agujeros oscila entre 3 y 6.
PITO de CENTENO
Pito de centeno: Aerófono de lengüeta simple. Se fabricaba con un tallo seco de centeno abierto por un extremo y cerrado por otro aprovechando un nudo de dicho tallo. Se practicaba una lengueta en el extremo cerrado y una serie de agujeros en el otro extremo. Es un instrumento de pasatiempo de pastores o de juguete infantil, siendo común en las zonas cerealistas de la península, sobre todo en Castilla y León. En otras zonas existe un instrumento similar pero hecho con caña o carrizo, como es el caso de la "xeremeieta" de las Baleares.
PITO de Llaves
Pito de llaves :: Es un aerófono de bisel. Semejante a los "tenor recorder" ingleses o flautas de pico, casi siempre afinados en DO, y con ocho agujeros. Se solían fabricar de una pieza pero durante el siglo XIX se importaron de Francia e Inglaterra y aquí se les añadían las llaves (entre una y siete). Se utilizaba para los bailes de velada o salón y para las estudiantinas, pero también lo usaban los dulzaineros para ensayar en casa, sirviendo a muchos como sustituto de la dulzaina en los lugares en que el sonido estridente de aquella podía molestar. Este instrumento se utilizó sobre todo en Castilla y León y la zona centro de la península.
RABEL
Rabel :: El rabel es un cordófono frotado con arco
[ Rabel. (Galicia) ; Bandurria (Asturias) // Rabel. (Cantabria) ; Arrabita. (País Vasco) // Rebec. Esclop fabricado con un zueco (Cataluña) // Rabeca (Portugal) // Rabel. () ; Rabenque (Badajoz) ; Rabí. (Alta Extremadura)] Muy común en la zona norte de la Península Ibérica, aunque se conoce también su existencia en zonas más al sur. Es un instrumento pastoril y consta de una, dos o tres cuerdas afinadas por cuartas o quintas, según el modelo y se hace sonar con un arco de crines de caballo al cual se le ha aplicado resina. La caja de resonancia es de madera y la tapa armónica puede ser de madera, hojalata o piel tensa. Acompaña canciones de baile, romances y tonadas picarescas. En la fotografía de arriba vemos un rabel cántabro de cuerdas metálicas hecho por Luis Payno. Junto a él, un rabel de Ávila, de Silvestre Sánchez. A la derecha, un rabel cántabro de cuerdas de crin y uno riojano, ambos construídos por Luis A. Payno. Está presente este instrumento en Cantabria, Asturias, Castilla-León, Extremadura y Castilla la Mancha. SAC de GEMECS
Sac de gemecs: En este caso estamos ante la gaita de fuelle de Cataluña. Está formada por un fuelle o "bot", de piel de cabrito vuelto,un puntero o "grall", con su correspondiente lengüeta doble o "inxa" o "canya", y un soplete o "bufador", así como un juego de tubos sonoros pedales independientes, cada uno con su lengüeta simple, de diferentes tamaños, que caen frontalmente por delante del puntero. Como vemos, una de las grandes diferencias que posee con las gaitas que hemos tratado hasta ahora, es que los tubos pedales no se apoyan sobre el hombro, sino que cuelgan por delante del instrumento. El puntero suele estar afinado en Do, el roncón en Do también pero dos octavas por debajo, la ronqueta en Sol en la misma octava que el roncón y el ronquillo en Do una octava por debajo del puntero. Dado que el último intérprete de sac murió en 1963, se desconoce la técnica tradicional de interpretación, con lo que desde los años 80 se están realizando trabajos de investigación en este sentido.
SALTERIO
Salterio : Cordofono .
[ Ttun-Ttun. (País Vasco y Navarra vascuence) // Chicotén. Salterio. Chun-chun. Tamorino de cuerdas. (Aragón) Tamborí de cordes (Cataluña) // Salterio. Tambor de cuerdas. (Castilla y León) SARTEN
Sartén :: idiófono frotado o golpeado, según el uso.
[ Tixola de rabo longo. (Galicia) ; Payella. (Asturias) // Sartén. (Castilla y Andalucia)] Unas veces frotando el mango con una llave -de las de antes- otras veces golpeando el fondo con una cuchara y en otros casos golpeándola con una cuchara y un dedal cada una en una mano -al estilo de El Payo, en la provincia de Salamanca- este instrumento es de reuniones caseras a la lumbre de la cocina. De este modo, podemos hablar de un idiófono frotado o golpeado, según el uso. No se puede decir que tenga una zona determinada de desarrollo, pues es seguro que al tenerlo tan a mano se ha utilizado en toda la península. De nuevo estamos ante una muestra más del aprovechamiento tradicional de los útiles de trabajo más cercanos para entretenerse. SAX o SAXOFONE
Saxofón: Aerófono de lengüeta simple. Inventado por Adolphe Sax en 1846 combinándo la boquilla del clarinete y las llaves del oboe en un tubo metálico cónico. Destinado en un principio a bandas militares, debido a la proliferación de bandas civiles también se utilizó y utiliza en la música tradicional. Así, es común en las fiestas populares de toda la península ver agrupaciones de 1 ó 2 saxofones, clarinete y alguna trompeta junto con bombo y caja tocando repertorios tradicionales además de música moderna. Me refiero a las charangas, de todos conocidas
SONAJA
Sonaja: Idiófono sacudido. Es un instrumento de percusión utilizado para acompañar el baile y algunos cantos tradicionales. El sonido se produce al chocar entre si una serie de círculos recortados de hojalata que están a su vez atravesados por alambres tensos y sujetos a un bastidor u horquilla de madera. Se puede encontrar en toda la Península en diversas variantes.
TAMBOR
Tambor generico ::
[ Tamboril. (Galicia y Asturias) // Attabal (País Vasco y Navarra vascuence) ; Tambor. (Cantabria) // Tambor. (Aragón) ; Tambor. Timbal. Tabal. (Cataluña, Baleares y País Valenciano) // Tambor (Portugal) // Tambor. (Castilla y Andalucia) // Tambor. (Canarias)] TAMBOR REDOBLANTE
Tambor redoblante ::
[Caixa. Redoblante. (Galicia) ; Caja. Caxa. Redoblante. Tambor. (Asturias) // Attabal (País Vasco y Navarra vascuence) // Caja. Tabal. Redoblante. (Aragón) ; Caixa. (Cataluña) ; Tabalet. (País Valenciano) // Caixa.(Portugal) // Redoblante. Caja. (Toda la zona) ; Tambora. (Alta Extremadura)] ] TAMBORIL
Tamboril :: Membranófono percutido, consta de dos bastidores de piel en los extremos de su cuerpo cilíndrico de madera.
[ Tamboril. (Galicia) // Tamboril. (Cantabria) ; Danbolin (País Vasco y Navarra vascuence) // Tamborí. (Cataluña, Baleares y País Valenciano) // Tamboril (Portugal) // Tamborín (León) ; Tamboril. (Castilla y Andalucia) // Tamboril. (Canarias)] Tiene además un sistema de cuerdas para tensar dichas pieles y un cordón fino en contacto con la piel -bordón- que realza el sonido con su vibración. Es tocado con una "porra" o baqueta conjuntamente con la flauta de tres agujeros en todas sus variedades y cambia el tamaño dependiendo de la zona geográfica. El de la fotografía es un modelo del norte de Cáceres. TEJOLETAS o PALILLOS
Tejoletas o palillos :: Es un idiófono entrechocado y con él se pueden conseguir muchos tipos de ritmos.
[ Tarrañolas. Castanetas. (Galicia) ; Tarrañueles (Asturias) // Telletas. Losetas. Recholetas. Pizarretas. Palillos. (Aragón) // Tejoletas. Tejas. Palillos. Tejuelas. (Castilla y León, La Rioja, Madrid, Castilla la Mancha, Extremadura) ; Tarrañuelas. (Montaña Palentina)] Este instrumento de percusión consta de dos tablillas independientes en madera dura, piedra plana o teja, que se hace sonar colocándolas entre los dedos de una mano y aplicando un movimiento de muñeca para que repique. Extendido por toda la península. En Galicia se las conoce por el nombre de "tarrañolas". TIMPLE
Timple :: Se trata de otro cordófono punteado. Es un instrumento similar a los anteriores, pero localizado en Canarias fundamentalmente (parece que en Murcia también hay ejemplares). La tapa trasera de la caja de resonancia es convexa, una de las razones por las que hay quien le atribuye un origen bereber, entre otros. Pueden tener 4 ó 5 cuerdas, siendo estos últimos los más comunes. La afinación más utilizada es RE LA MI DO SOL, perteneciente al "timple en Re". Tradicionalmente se ha utilizado para acompañar a las parrandas y a los cantos de ronda, aunque en los últimos tiempos se le está utilizando por jóvenes intérpretes como instrumento solista.
TROMPA de CORTEZA
Trompa de corteza: Aerófono de lengüeta doble e sytumenti simili fatti di corteccia .
[ Gaita. Xipro. Corna. (Galicia) Turullu. Corneta. Cuerna. Roncón. Berrón. (Asturias) // Supriñu. (País Vasco) // Trompa de corteza. (Aragón) // Trompa. (Castilla y León, La Rioja, Madrid, Castilla-La Mancha, Extremadura, Andalucía y Murcia )] Este primitivo instrumento es "estacional", es decir, se solía hacer en una estación determinada del año, en este caso la primavera. Se construye de una tira enrollada de corteza de avellano, fresno ó similar cuyo vértice aplastado hace las veces de lengüeta doble. En la boca de la trompa se solía clavar una fina estaca para evitar que se desenrollase. Añadiéndole dos o tres agujeros se conseguía una escala melódica muy básica. Ejemplares de este instrumento se podían encontrar a menudo hace algunos años en las zonas rurales de la península. En el País Vasco se le denomina "supriñu" a este instrumento, en la fotografía vemos algunos ejemplos procedentes de la colección particular de Juan Mari Beltrán. TURUTA de PREGONERO
Turuta de pregonero :: Es un aerófono de lengüeta simple. Se trata de un instrumento cuya única función era la de llamar la atención de la gente ante el pregón del alguacil del pueblo. Suelen ser metálicas, de cobre o latón, de tamaño pequeño para que quepa en la palma de la mano y pueden tener diversas formas, aunque siempre son ligeramente curvadas y en forma troncocónica, con pabellón de amplificación del sonido. La nota natural no es modulable, simplemente se hacía sonar varias veces para atraer la atención de la gente. Tras la decadencia de la profesión de alguacil o pregonero, este instrumento se perdió en el olvido.
TXALAPARTA
Txalaparta: Idiófono percutido. Es un instrumento cuya localización se circunscribe a Euskadi y Navarra, siendo casi un símbolo de la música vasca. Se tienen noticias de él desde el Siglo XV, utilizándose en zonas de Guipuzcoa y Navarra. Se tocaba sobre todo por las noches en los trabajos agrícolas y de recogida de la manzana, bodas y fiestas. Consta de una o varias tablas (o piezas de metal) apoyadas en dos soportes y es tocada por dos personas golpeándo las tablas con dos pares de bastones de madera o metal. Mientras un ejecutante toca el ritmo básico, el otro hace los contratiempos, llegando a tener los buenos músicos un grado de coordinación y compenetración asombroso. La supervivencia del instrumento está asegurada, pues en los últimos años se ha relanzado su uso adaptándo el instrumento a todo tipo de estilos musicales. En la fotografía podemos ver un ejemplar de la colección de Juan Mari Beltrán.
VIOLA BRAGUESA
Viola Braguesa :: Se trata de un cordófono también punteado. Es oriundo del norte de Portugal, de Braga, y forma parte de una familia de guitarras populares muy parecidas entre ellas (viola de campaniça, viola aveiroa, etc...), pero con características específicas que dependen de la región de procedencia. La viola braguesa tiene un tamaño y forma parecida a la guitarra clásica. La tapa armónica no está barnizada. Consta de diez cuerdas afinadas por parejas, estando las tres últimas octavadas, es decir, que de las dos cuerdas que forman el par, una de ellas está afinada una octava más alta y es de menor calibre. Normalmente se afina como las 5 cuerdas más graves de la guitarra clásica o de la guitarra de fado, aunque pueden existir otras afinaciones. El mástil es más corto que en la guitarra clásica y con solo 10 trastes. Se utiliza para tocar acordes y acompañar la voz o las melodías tradicionales.
VIOLIN
Violín: El violín es un cordófono frotado con arco.
[ Violín. Violo. (Galicia) ; Vigulín (Asturias) // Vigulín. (Cantabria) ; Biolin. Bibolin. Arrabita. Zarrabete. Txirribika. Xirribika (País Vasco) // Violí. (Cataluña, Baleares y País Valenciano) // Violino. Rabeca chuleira. (Más pequeño y agudo) (Portugal) // Violín. (Toda la zona) ; Rabí. (Alta Extremadura) // Violín. (Canarias)] Consta de 4 cuerdas de metal o tripa afinadas por quintas. Es un instrumento "culto" que también se utiliza en la música tradicional, aunque las afinaciones y formas de tocarlos son distintos a los modos clásicos. En España se encontraban escasos intérpretes de violín tradicional en Galicia, Asturias y Cantabria, donde se acompañaba de pandereta. También en el sur, en Málaga con los "verdiales" y en Almería y Murcia con las "cuadrillas" tradicionales tiene su uso este instrumento. En el sureste, en Valencia y Alicante acompaña a las rondallas tradicionales o "sons". De todos modos, no es un instrumento muy utilizado tradicionalmente, solo se le encuentra en estos casos puntuales. En Portugal se toca un instrumento parecido al violín pero con el mástil más pequeño y de sonido más agudo -una octava por encima del violín- llamado "Rabeca chuleira". XEREMEIETA o RECLAM de XEREMIES
Xeremeieta o reclam de xeremies :: Es un aerófono de lengüeta simple. Consta de uno o dos tubos melódicos de caña unidos entre si por unos hilos en los que va encajada una lengüeta simple. Tienen entre 4 y 6 agujeros delanteros y uno trasero. Normalmente se tocaba la melodía con la dificil técnica de soplo continuo, haciendo la cavidad bucal del músico las veces de depósito de aire. Este tipo de clarinete tradicional es común en las islas Baleares, aunque está muy extendido por todo el mediterraneo.
XEREMEIETA MALLORQUINA
Xeremies mallorquina: Gaita de odre de Mallorca (Baleares). Su morfología es prácticamente igual al sac de gemecs, pudiendo descender de éste tras ser llevado a las islas por los catalanes en el siglo XIV al repoblarlas tras la reconquista a los musulmanes. La gran diferencia con la gaita de odre catalana es que los dos bordones de menor tamaño o "fiols" son ciegos, es decir, no emiten ningún sonido. El puntero o "grall" suele estar afinado en Do# o Do, y el bordón o "trompa" en la misma tónica pero dos octavas por debajo. El soporte de los bordones suele estar adornado con incrustaciones metálicas de soles o lunas. Este instrumento se suele tocar conjuntamente con otro músico que toca el "fubiol" y el tamboril, llamándose a la pareja tradicional que forman con el nombre de "xeremiers".
ZAMBOMBA
Zambomba: Membranófono frotado.
[ Zambomba. (Asturias) ; Berrona. (Algo diferente a la zambomba. Asturias) // Eltzagorra. (País Vasco) // Zambomba. (Aragón) ; Sambomba. Pandorga (País Valenciano) ; Ximbomba (Baleares) ; Bramaut. Brama-topín. Petadera. Bramauera. (Valle de Arán) // Sarronca. (Minho) Ronca. Zabumba. (Alentejo) Zamburra. (Beira baixa) (Portugal) // Zambomba. (Andalucia y castilla) ] Compuesto por un recipiente alargado sin fondo, como una lata, un cántaro, tinaja, etc... sobre cuya boca se dispone una piel tensa a la que se une en el centro una caña. Frotada con la mano húmeda provoca una vibración que se amplifica en el recipiente. Se utiliza en toda la península. Aunque en la mayoría de los casos se vea relegada a la época navideña, y carnavales, en algunas zonas acompaña rondas como un instrumento más, como en Colmenar de Oreja (Madrid) donde es inseparable del arrabel o en la provincia de Salamanca o zonas de Andalucía. En Portugal se le denomina "sarronca". ZANFONA
Zanfona: Este instrumento es un cordófono frotado con rueda.
[ Zanfona. (Galicia) ; Zanfonía. Zanfoina. Zanfueña. Cinfonía. Gaita de rabil. (Asturias) // Zarrabete. (País Vasco y Navarra vascuence) // Viola de roda (Cataluña) ; Vièla (Valle de Arán) // Sanfona. Sanfonía.(Portogallo) // Zanfona. Zanfoña. Zanfonía. (Castilla y León, La Rioja, Madrid, Castilla-La Mancha, Extremadura, Andalucía y Murcia ); Rabel de manubrio. Vigüela. (Montaña Palentina)] Es el único instrumento de los que componen esta página que se hace sonar con un teclado, sin pulsar las cuerdas con los dedos directamente. Aunque es difícil afirmar que exista una zanfona ibérica como tal, se han encontrado en Galicia, noroeste de Castilla y León y Asturias modelos con ciertas similitudes entre si. La zanfona es un instrumento que proviene de la edad media, que fue posteriormente un instrumento cortesano y después cayó en desuso, yendo a parar a manos de ciegos, vendedores de coplas, etc...Consta de una rueda que hace sonar dos o tres cuerdas "cantantes", que ejecutan la melodía por medio del teclado y dos o más bordones que dan una nota pedal continua de acompañamiento. No se han encontrado en la península modelos con "trompeta" o "perro", un tipo de percusión que si poseen las francesas. En la fotografía podemos ver un modelo del artesano Jesús Reolid. |
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