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U Catruviddaru ... e i dialetti calabresi

Non si può parlare di dialetti calabresi senza tener conto degli studi di Gerhard Rohlfs, linguista tedesco, che li studiò estensivamente all'inizio del secolo scorso e le cui ricerche vennero pubblicate per la prima volta nel 1932 nel suo "Nuovo Dizionario Dialettale della Calabria", che è un classico della filologia italiana ed ha avuto numerose ristampe.
U CASTRUVIDDARU, o Castrovillarese, per dirla all'italiana, appartiene ai dialetti calabresi settentrionali di affinità Napoletana (o latina), in opposizione ai dialetti centro-meridionali d'affinità siciliana (o grecanica), di cui riportiamo la classificazione riadattata da Ethnologue :
    Classificazione Linguistica
         del Dialetto "Castruviddaru"
  •    Indo - Europeo

  •    Italico

  •    Romanzo

  •    Italico - Occidentale

  •    Italo - Dalmato

  •    Napoletano - Calabrese

  •    Nordcalabrese - Lucano

  •    Castruviddaru / Castrovillarese   



Suoni... "du Castruviddaru"

  • Vocali
⇒  a
Classica "a" italiana soprattutto in fine di parola quando non si presenta accentata, ma nel castrovillarese ha una doppia sonorità e all'interno della parola viene spesso pronunciata estremamente aperta e quasi tendendete al suono "ae".
sono di Castrovillari : Ji sungu i Castruviddiri"
Su tale particolarità , che il castrovillarese condivide col parmigiano, si basano non pochi degli sfottò dei nostri vicini sia italofoni che albanofoni , mentre per dirla tutta e subito la cosa che appare estremamente aliena ai nostri circonvicini e l'uso della particella -si al termine delle voci verbali di seconda persona.

⇒  e
è la vocale piu sfuggente del castrovillarese il cui suono tende sempre alla "i" , tanto da poter dire tentavamente che non esiste se non nella sua forma di dittongo "je" soprattutti dopo le gutturali, spesso in finale della parole il suono e estremamente incerto fra la "e" e la "i".E'0 talmente sfuggente che in certe parole viene praticamente elisa , p.ex nella parola Mattera/mattira (Madia) spesso si sente il termine come "Mattra" / "matt'ra" (si dovrebbe preferire la seconda forma proprio ad indicale l'elisione della vocale indistinta).

⇒  i
uguale alla vocale italiana ma bisogna notare che entra in molti dittonghi che scriviamo con la "j" per indicare la i lunga, come vedremo in seguito:
⇒  o
praticamente identica all'italiano ma con una tendenza all'essere sempre piuttosto aperta
⇒  u
praticamente identica all'italiano un suono leggermente sfuggente in finale di parola ove comunemente prende il posto della "o" terminale italiana.
⇒  ja
dittongo molto presente anche perchè è una delle radici del presnte indicativo di "Andare" > "Ji" :
jamu [andiamo], jasi [andate], jamuninni [andiamocene], jativinni [andatevene]
⇒  je
dittongo non molto frequente ma ridondande perche è il suono della terxa persona del verbo essere : Il famigerato "Jè" castruviddaru: Jè jiddu ? [E' Lui?]; Cu jé ? [Chi è?] , Jè o no Jè [è o non è ?]
sulle particolarità dialettali rispetto all'Italiano , si puo ricordare che difficilmente i ragazzi castrovillaresi confondono l' "e" congiunzione con l' "é" voce del verbo essere , infatti a tutti noi da giovani veniva insegnato che se la frase la possiamo tradure in dialetto trasformamndo la è in je allora e certamente verbo , se e congiunzione la e non suonerà mai come "Jé". Quindi quando la "e" della frase italiana si puo tradurre con "Jè" è certamente copula, altrimenti e congiunzione, che anche in dialetto si dice "e".
⇒  ji
forse piu che dittongo bisognerebbe dire il suono della "I" lunga , che nella fonetica castrovillare coincide col pronome personale "Io" > Ji
⇒  jo
dittongo non molto frequente ma che si puo considerare la trasmutazioine dialettale del suono italiano "Gio" (che si puo anche trasformare in "Ju") come nella parola gioco e nei suoi derivati che spesso in dialetto si presentano nella consonante iniziale Ju, ma anche jo:
u Jucu [il gioco , sm]; Jucà [giocare] ; Ji jocu [io gioco] , Tu jochisi [Tu giochi] ; jiddu Jochi [Egli gioca]
(probabilmente tale variabilità e da collegarsi al gioco dell'armonia vocalica a secondo che la parola segua un articolo como "u" o "i" o un pronome o qualche altro termine che sia pronome o altro)
⇒  ju

  • Consonanti

in generale possiamo dire che molte delle consonanti "du castruviddaru" si comportano spesso come quelle italiane ma presentano degli spiccati fenomeni di esplosività per cui molte volte vengono scritte usando la doppia anche all'inizio di parola per indicare la sonorità o l'esplosività del suono;
esempi tipici sono la "b" ,la "n", la "m" la "z"

⇒  b
⇒  c
⇒  ch = k
⇒  d
⇒  f
⇒  g
⇒  gh
⇒  gghj > jjh
⇒  h > 'gh
⇒  k > ch
⇒  l
⇒  m
⇒  n
⇒  p
⇒  qu
⇒  r
⇒  s
⇒  š = sc
⇒  šk > sc.ch
⇒  šχ > šchj
⇒  t
⇒  z
  • Trasformazioni   italiano   ⇔   castruviddaru
riportiamo una lista delle principali trasformazioni delle sillabe fra italiano e castruviddaro

-are
-ere -i
-gl- -gghj-
-ire
-ll- -dd-
pol pru
o go


Attraverso questa semplice tabella di corrispondenze possiamo analizzare quali termini non appartengono alla "classicità" del dialetto , ma rappresentano prestiti da altri dialetti circonvicini o termini introdotti nel linguaggio dialettale atraverso imprestiti dalla lingua italiana o per l'uso letterario che ne è stato fatto, a proposito di que'estultimo uso , sarà bene evidenziare che molti termini usati nei dialoghi dialettali in castrovillarese, potrebbero essere stati volontariamente "italianizzati" dagli autori con intenti farseschi per tanto non assumerei tali vocaboli a pieno titolo fra le glosse del "castruviddaru" essendo il loro uso limitato a testi lettirari , più che essere penetrati nell'uso quotidiano dei nostri antenati.
Come esempio possiamo considerare il gruppo consonantico -ll- , quando appare nei termini dialettali tradizionalmente usati esso appare sempre come -dd-, anche in una parola probabilmente da sempre nell'uso castrovillarese PALLA che dovrebbe essere sempre pronunciata PADDA stranamente in moltissime voci di dizionari o glossari compilati precedentemente (Pepe, Carelli, Battipede...) appaiono molti termini derivati con la -LL- , il che mi suscita qualche dubbio sull'originalità di tali termini, cioè che tali termini siano stati effettivamente usati nella parlata popolare.

La Grammatica... "du Castruviddaru"

A parte le ovvie origini Latino-greche dei dialetti meridionali che vengono classificati proprio sulla base della preponderanza delle influenze o greche o latine che prevalgono sia nel vocabolario che nella grammatica, possiamo affermare che molti vocabili hanno origine esotica il che rispecchia la travagliata storia della nostra terra. quindi possiamo distinguere vocaboli di origine:
  1. Greca
    [Italioti - Bizantini]
  2. Latina (e Osca)
    [Bruzzi - Romani]

  3. Semitiche
    [Puno-cartaginesi, Ebrei, Arabi, Saraceni]
  4. Germanica
    [Longobardi - Goti]
  5. Francese
    [Normanni - Angioini]
  6. Spagnoli
    [Aragonesi - Borboni]
molto più difficile da individuare sono radici del substrato preitalico o preindo-europee, le eventuali influenze dell'ipotetico strato mediterraneo, dovuto a quell'ipotetico coacervo di popolazioni che prima dell'età classica vagavano nel mondo mediterraneo: iberi, celti, liguri, pelasgi, illiri, elleno-egei, etruschi, Sardi, Siculi ed altre ancora che di volta in volta gli studiosi hanno tirato in ballo.

La Grammatica "Castruviddara" ricalca essenzialmente la grammatica del'italiano, rispetto alla grammatica latina da cui deriva si può dire che sono venuti meno i casi ed in questo e identica all'italiano, ma rispetto a questo si notano alcuni processi differenti che andrebbero indagati a fondo, in castrovillarese si nota in certe parole il fenomeno dell' armonia vocalica nella flessione dei nomi e degli aggettivi, la presenza di suffissi aggettivali possessivi, e la tendenza a postporre i possessivi alla cosa posseduta al contrario dell'italiano che tende ad anteporli.
la mia casa >> 'a casa mia
le tue terre >> i terre toje

Particolarità... "du Castruviddaru"

  • Fenomeni di Armonia vocalica
Analizzando le variazioni fra i generi e i numeri di varie parti del discorso, quindi delle forme singolari e plurali, e maschilie femminili , soprattutti fra sostantivi, pronomi e aggettivi: per cui la flessione non modifica solo la desinenza ma adatta la vocale delle radici (che in italiano e in latino sono invariabili).
zoppo (sostantivo e aggettivo) >>
u zuppu [m.s], i zuppi [m.p]; a zoppa [f.s], i zoppe [f.p].

vecchio (sostantivo e agettivo) >>
u vicchiu [m.s], i vicchi [m.p], a vecchia [f.s], i vecchie [f.p].

stupido (sostantivo e agettivo) >>
u ciutu [m.s], i ciuti [m.p], a ciota [f.s], i ciote [f.p].

tuo (aggettivo e pronome possessivo) >>
tuju [m.s], tuj [m.s]; toja[f.s], toje[f.pl]
  • Anomalia vocalica

A rischio di essere derisi dai letterati mostreremo un caso di armonia vocalica in un avverbio che si usa come preposizione : il che è una bestemmia grammaticale inquanto la preposizione e l'avverbio sono parti del discorso indeclinabili. La preposizione "su" si traduce con l'avverbio "supa = sopra" ma stranamente e contraddicendo l'uso generale della grammatica notiamo che la preposizione "su" si traduce :
sul = supu u ;
sui = supi i ;
sulla = supa a ;
sulle = supi i

comunque forse pi che di armonia vocalica si dovrebbe dire che forse e un caso anomalo di preposizione articolata in cui oltre che nella prepoosizione l'articolo si raddoppia apparendo una volta incluso nella preposizione articiolata e poi appare isolato difronte al sostantivo che regge, ma il problema si può risolvere elidendo l'articolo nella preposizione articolata, sebbene nella parlata corrente si odano distintimante i due suoni:
sul = sup'u ;
sui = sup'i ;
sulla = sup'a ;
sulle = sup'i

  • Fenomeni di Armonia consonantica

xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
  • Variabilità consonantica

xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
  • Aggettivi possessivi suffissi
  • Fenomeni di Agglutinazione -in-

molte parole usano l'inglobamento della preposizione -in-, quasi ad introdusse una specie di caso per il moto a luogo o lo stato in luogo ; si puo parlare di un caso obliquo in cui il temine viene modificato inglobando in inizio di parola un 'n- o un 'm- davanti -p- o- b-
  • Fenomeni eufonici -d-

Il fenomeno dell'eufonismo che è praticamente sconosciuto per quanto riguarda le congiunzioni viene ampiamente usato per il congiungimento in elisione di altre parti del discorso soprattutto nelle locuzioni verbali e per collegare i pronomi prefissi ai verbi:
per amore > pi amuri >> pid'amuri
né a te > ne a tija >> ned'a tija
se oggi > si oi >> sid'oi
se hai > si ai >> sid'ai
gioca a svergognarci >
joca a sbrigugnari >> jocad'a sbrigugnari

Fonetica & Paradigmi

  • ALFABETO
  • PARADIGMI
  • Parti del discorso

  • ARTICOLO
  • SOSTANTIVO
  • AGGETTIVI
  • PRONOMI
  • VERBI
  • AVVERBI
  • PREPOSIZIONI
  • CONGIUNZIONI
  • INTERIEZIONI
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